martedì 5 febbraio 2008

Parlamentari Incostituzionali






Potremmo parlare dei tanti problemi che affliggono la nostra amata Italia, e, con un pò di tempo, lo faremo. Ma oggi voglio analizzare, partendo dalla Costituzione,  la situazioni di quegli onorevoli che sono stati giudicati insindacabilmente colpevoli dalla magistratura, per reati gravi. Costruiamo le basi: il Parlamento è l'organo legislatore dello stato italiano, espressione del popolo, che lo elegge attraverso elezioni a suffragio universale; la Magistratura, amministrata in nome del popolo, è l'organo che amministra la giustizia, e controbilancia il potere legislativo (quello delle Camere). Detto questo, eseguiamo un semplice sillogismo: se la sovranità appartiene al popolo (art 1, comma 2), il popolo elegge le Camere (a cui quindi trasferisce la sovranità, comunque sempre esercitata in nome del popolo); ora, nel caso la Magistratura giudichi un onorevole, colpevole senza possibilità di appello, ad esempio, per reati mafiosi, dovrebbe scattare l'espulsione automatica dalle Camere. Oggi, questo potrebbe (potenzialmente) accadere grazie ad apposite commissioni parlamentari che si occupano di giudicare (di nuovo?!) l'onorevole colpevole: questo meccanismo ovviamente mostra le sue pecche nel momento in cui ci rendiamo conto che le commissioni sono composte da membri parlamentari di diversi partiti (e possiamo ben immaginare gli accordi sottobanco possibili in situazioni del genere (chi ha interesse ad espellere un onorevole quando poi il "favore" può ritornare?)).
Personalmente penso che l'espulsione dovrebbe scattare automaticamente dopo  la condanna definitiva da parte della Magistratura. Il principio sarebbe semplice: nel momento in cui un onorevole (che dovrebbe esprimere la sovranità popolare) viene condannato senza possibilità di appello dalla Magistratura (che amministra la legge in nome del popolo), dovrebbe essere automaticamente delegittimato, poichè, nel momento in cui viene condannato, viene a mancare la sovranità popolare che il popolo (attraverso le elezioni) gli aveva accordato.
Purtroppo, il punto è sempre lo stesso: bisogno di cambiamento. L'attuale classe politica è marcia, molto marcia. Ad esempio, posso citare l'ex-Ministro della Giustizia, che ha detto: " tra il potere e la famiglia, scelgo la seconda". Ora, sorvolando sul caso Mastella, concentriamoci sulla parola "potere": non ha detto "tra il mio incarico e la famiglia" o " tra i miei doveri verso il Paese e la famiglia" , ma ha detto "potere", si tratta solo di crudo potere. Oramai non c'è bisogno di salvare neanche la parvenza di essere un uomo per lo Stato, il marciume è sotto gli occhi di tutti.  Penso di poter concludere con le parole dell'antifascista Piero Benedetti, pronunciate ai figli prima della sua fucilazione:
“Amate vostra Madre affinchè il vostro affetto colmi la mia assenza. Amate lo studio e il lavoro.
Dell’amore per l’umanità fatene una religione.
Amate la libertà ma ricordate che questo bene supremo va difeso,talvolta con la vita.
Amate la Madre Patria non dimenticate che la Patria vera è il Mondo e ovunque vi sono Vostri simili quelli sono Vostri Fratelli”. 


Giovanni Affinita
Redattore de "Il Pensiero Giovane"

1 2:

Anonimo ha detto...

Purtroppo la cruda realtà è che noi cittadini siamo vittime del sistema e paghiamo le speculazioni che questa classe politica mette in atto sulle nostre spalle.
Ecco perchè dobbiamo assolutamente esigere il cambiamento.

Giovanni Palmieri.