mercoledì 13 febbraio 2008

Rossi fa pace con il fisco: i fatti, le riflessioni...


Dopo una lunga ed estenuante battaglia durata per mesi, Valentino Rossi ha fatto pace con il fisco. Le gravi dimenticanze del motociclista nei confronti dell' Agenzia delle Entrate in realtà non sono cosa recente, ma frutto di una vicenda che va ormai avanti dal 2000.
Infatti nel marzo di quell'anno, "the doctor" porta la sua residenza a Londra e si iscrive nel registro degli italiani all'estero. Negli anni successivi la sua posizione finanziaria viene prima segnalata alla direzione regionale delle Marche e nel novembre del 2003, l'ufficio cooperazione internazionale richiede la collaborazione delle autorità fiscali di Regno Unito, Giappone, Spagna e Irlanda.
Le richieste e le risposte vanno avanti fino al 2007 e vengono analizzate dai funzionari dell'Agenzia delle Entrate delle Marche e dell'ufficio di Pesaro, il quale, a fine 2006 intensifica le indagini per dimostrare che l'Italia è in realtà il centro degli interessi degli affari di Rossi.
Nei mesi successivi arrivano al motociclista gli avvisi di accertamento relativi agli anni 2000-2004 e successivamente viene ispezionata una casa di Tavullia considerata come suo domicilio effettivo.
Intanto, in pieno campionato mondiale (8 agosto 2007), la notizia dei guai col fisco di Valentino viene resa nota dai media internazionali e subito si apre la battaglia tra i suoi consulenti e i funzionari dell'Agenzia che va avanti per i mesi di dicembre e gennaio scorsi.
E finalmente, ieri mattina si raggiunge il tanto sospirato accordo: Rossi verserà al fisco circa 35 milioni di euro per il periodo 2001-2006 e inoltre per il 2007 presenterà regolare dichiarazione dei redditi in Italia.

Il campione si è detto molto soddisfatto dell'accordo e soprattutto lui pensa già al motomondiale, al quale potrà arrivare più preparato e tranquillo. Ha inoltre ringraziato la gente che è stata sempre al suo fianco.
Alla fine della conferenza di ieri, Massimo Romano, direttore dell'Agenzia delle Entrate ha indicato Valentino Rossi come esempio da seguire per tutti i vip che spostano la propria residenza all'estero per motivi fiscali. Eh sì, perchè la vicenda di Valentino non è un caso isolato; basti ricordare i casi di Alberto Tomba e di Pavarotti.

Ma alla fine di tutto ciò, è giusto che Rossi debba pagare solo il 10% della cifra che gli era stata contestata? Questa è stata una vittoria per il fisco o ci dimostra ulteriormente che alla fine chi inganna lo Stato, chi truffa ne esce sempre pulito e ancora più amato dalla gente?

E intanto Valentino alla conferenza stampa di ieri era contento ed ha affrontato il tutto con il sorriso stampato sul volto. Per fortuna, qualcuno a contestarlo c'era. C' erano i sindacalisti, i dipendenti dell'Agenzia delle Entrate che hanno condannato lo "sconto" concesso al campione pari al 90% della cifra contestata.
Riflettendo, è come se un qualsiasi lavoratore, un italiano medio, non pagasse le tasse per 5 anni e poi volesse far pace col fisco dandogli 2-3000 euro; andrebbe in galera prima di pensarlo.

Però l'Italia gioisce per la ritrovata serenità del suo campione. Peccato che non sia sereno chi le tasse le paga, e per pagarle sempre più spesso è costretto ad indebitarsi persino per mangiare.
E mentre lui ci dice che grazie all'accordo con l'Agenzia arriverà più tranquillo al motomondiale, tantissimi italiani non arrivano tranquilli nemmeno alla metà del mese. Questa è la giustizia sociale che abbiamo in Italia.

fasd
Antonio Buono
Redattore de "Il Pensiero Giovane"

7 2:

Anonimo ha detto...

Giusto cavoli! In questo paese bisogna smetterla di dire str.....e sulle tasse (e mi riferisco a qualche politico, mi consenta). Per vivere in una società democratica con dei servizi adeguati bisogna pagarle, soprattutto chi come Valentino Rossi guadagna milioni di euro.

Anonimo ha detto...

In Italia passa troppo semplicemente tra le persone l'idea che fa bene chi può evadere (vedi i liberi professionisti) perchè abbiamo un sistema tributario pessimo e che sancisce un'imposizione fiscale altissima.
Ecco perchè in molti hanno difeso Rossi: perchè dovrebbe dare al fisco quasi la metà dei suoi guadagni?
Ebbene, purtroppo, in questo Paese i dipendenti e gli onesti sono penalizzati mentre i furbi sono premiati. E Rossi non è che l'ennesimo furbo premiato.
Mentre molte persone non arrivsno alla terza o alla seconda settimana.

Gianluca Pistore ha detto...

ti dico solo due cose:
1 perché chiamarlo the doctor, ha dato tutti gli esami studiando come fai tu????
2 prendiamo l'esempio di Fabio Capello: come è stato indagato, gli hanno detto ho dimostri che non sei evasore, o vai a casa!

Beca ha detto...

questo è l'ennesimo successo italiano.. si fanno servizi sul valentino riappacificato con il fisco perchè ha pagato 30 milioni di euro (mentre ne doveva pagare molti di più).. dovrebbe esser l'inverso.. evadi 100 paghi 130.

se pensiamo che prossimamente tornerà silvio... beh... tutti gli evasori sono già pronti a fare il trenino! :(


stesso discorso per una delle società controllate da tronchetto

evade x ma paga x-y invece che x+y..

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Concordo con te ovviamente.

Più che giustizia sociale, pax sociale in modo che il campione possa provare a tornare a vincere e gli Italiani si esaltino di fronte alle sue vittorie..... E se la moto va, la barca Italia intanto affonda.

Arthur ha detto...

che devo dire, potevano multarlo di più, ma se pensi che lo stato stesso evade le tasse capirai che è il sistema che fa acqua

anto1bu ha detto...

@ Arthur: capisco che il sistema Italia sia malato, e questo è sotto gli occhi di tutti, ma non puoi giustificare Rossi dicendo questo. Ha sbagliato e per questo gli doveva essere riservato lo stesso trattamento che avrebbe ricevuto un qualsiasi cittadino italiano.