venerdì 1 febbraio 2008

Scusa, ma ti chiamo amore: riflessioni



Ok, lo ammetto. Sono andata a vedere “Scusa, ma ti chiamo amore”, il nuovo film di Federico Moccia. Dalla mia posso addurre numerose giustificazioni, tipo accompagnare la mia coinquilina, uscire di casa, andare al cinema in se e per se…lo so che per molti di voi non saranno motivi ragionevolmente validi, ma sapete che vi dico? Guardare questo film si è rivelato istruttivo. Già vedo strabuzzare di occhi e schioccare di mascelle, mentre il punto interrogativo si materializza nell’aria…in che senso? Confesso di non aver mai letto un libro di Federico Moccia, ma ho visto entrambi i film tratti dai precedenti romanzi, “Tre metri sopra il cielo” e “Ho voglia di te”, e se il primo ha una certa dose di originalità, un certo stile ed è una sorta di tentativo di innovazione parzialmente raggiunto, il secondo sconfina decisamente nel melenso e nello scontato, con qualche punta di assurdità. Ora invece, con questo film, l’autore, precedemente escluso dalla trasposizione cinematografica, diviene regista, assoltumente responsabile dunque di tutto il processo e del messaggio che esso invia.

E dunque, qual è il senso della vita e dell’amore che l’autore guru dei teenager ci propone? All’inizio mi stavo lasciando prendere dalla storia, un tipo figo e di successo come Raul Bova che viene mollato (mah!) dalla fidanzata quasi quarantenne, odiosa e con le rughe, che cade in depressione. Dall’altra parte un gruppo di ragazzine vispe e scanzonate, della serie ho-18-anni-il-mondo-è-mio, che vanno al liceo. Fino a che, in circostanze che ricordano Mirko e Licia (quelli che in un giorno di pioggia si incontrano e si scontrano), il bell’Alex (o Alessandro Belli, questo l’originale nome del protagonista) e la capricciosa ma “matura”( a detta della voce narrante) Nicky non si conoscono ed iniziano a frequentarsi. A questo punto la storia prosegue secondo un copione facilmente intuibile…attenzione, facilmente?? Per un attimo sono uscita dalla storia e ho ripreso coscienza della realtà e ho pensato: lei 17 anni e lui 37. Io ho un’età intermedia (uno splendido quarto di secolo), ma conosco gente di entrambe queste età e all’improvviso mi si è materiazzata davanti agli occhi l’immagine delle diciassettenni che conosco insieme ai quasi quarantenni che conoscono! Non è possibile! Sono rimasta momentaneamente interdetta…ma intorno a me, sullo schermo e nella platea nessuno sembrava farci caso, tutti presi a tifare perchè l’amore romantico e l’happy end trionfassero. Ok, è solo un film d’amore, ce ne sono tanti, di tutti i tipi, questo è solo un’altra commedia romantica adolescenziale…ma che riempe le sale, che fa parte di uno stile letterario e cinematografico in ascesa, di un filone che costituisce un modello e uno stile di vita per milioni di ragazzi italiani. Da quando il fenomeno Moccia è salito alla ribalta quanti muri sono stati ricoperti dalla scritta “io e te 3 metri sopra il cielo”? e dopo scusa ma ti chiamo amore” quante diciassettenni penseranno che sia del tutto normale stare con un uomo più grande di venti anni? Certo il numero di quelle che intraprenderanno un tipo di relazione del genere magari resterà immutato, magari non ci sarà proprio nessun cambiamento, ma la leggerezza e la banalizzazione con cui il tema viene trattato nel film sono alquanto sconvolgenti. La mamma della protagonista, quando scopre l’età del fidanzato, si scandalizza appena, tutta presa com è dal fare la mamma giovane ed alternativa. E poco importa se il bell’Alex ha solo due anni meno di lei. E poi la superficialità dei sentimenti e del sesso, vivere il legame amoroso al là di ogni schema logico (e qui tralascio il finale…) ma è solo un film, quanto la fa lunga, potrà pensare qualcuno, mica fa vedere le cose di tutti i giorni? Ma perché? Come sono davvero gli adolescenti ora? È Moccia che si ispira a loro o loro che si ispirano a lui? Ovvero la storia è tratta dalla realtà o incide su di essa? E un film del genere quanta influenza ha sui comportamenti e sulle scelte di vita? Io credo che un film così sia una grande lezione, perchè mi piacerebbe sapere davvero quante sognano di essere come Nicky e quante sono realmente come Nicky, in una vita dove sembra che l’unico desiderio che valga davvero sia quello della giovinezza spensierata inseguendo un ideale romantico a qualunque prezzo! Care Nicky, se ci siete battete un colpo! E dite cosa ne pensate! E care non-Nicky, se ci siete fatevi sentire anche voi…cosa ne pensate? È davvero quello di “scusa ma ti chiamo amore” il mondo in cui vivete o in cui desiderate vivere? A voi la risposta…


MariaSara Castaldo

Redattrice de "Il Pensiero Giovane"

1 2:

Anonimo ha detto...

Io ho 23 anni, qundi non sono nè Niky nè non. Sono in un'altra fascia d'età (tra l'altro poco importa se nemmeno mi sognerei una relazione con un 43enne oggi). Non voglio giudicare nè la realtà nella fiction, ma voglio permetteri di dire: quanti anni ha Federico Moccia?
Una cinquantina credo.
Allora, prendiamo atto che oggi, in Italia, le storie degli adolescenti sono raccontate da un cinquantenne.

E stendiamo un velo pietoso, Amen.