lunedì 17 marzo 2008

Recessione o non recessione?

Sempre più sentiamo parlare di una congiuntura economica difficile, sembra una delle normali flessioni a cui l’economia ci ha abituato ( vedi la crisi del 2001,del 1973, del 1979). D’altronde lo studioso americano Dow l’aveva scoperto già un secolo e mezzo fa che l’economia è soggetta ad un andamento ciclico. Oggi però ciò che ci preoccupa di più è soprattutto come è nata questa crisi e chi sono i protagonisti, ossia coloro che l’hanno innescata. Ebbene dobbiamo tornare con la mente all’estate dell’anno passato. Esplode la bolla immobiliare dei mutui subprime. Risultato a cui si è giunti attraverso un eccessiva fiducia delle banche nel concedere mutui per l’acquisto di immobili anche a chi non aveva i presupposti che assicuravano la solvenza. Le stesse banche oggi si trovano al centro della crisi e la cosa più deprimente è che non solo le banche americane ma anche quelle di molte parti del mondo sono coinvolte nella crisi. Ed è questo l’aspetto a cui dobbiamo maggiormente fare attenzione: perché, dal momento che le banche hanno subito e stanno subendo ingenti perdite, sul mercato globale si sta creando una crisi di liquidità di dimensioni gigantesche che ha portato i presidenti di FED e BCE ad annunciare lo spettro di una recessione.
E si proprio la recessione, quel nome che tanto fa impallidire gli economisti quasi fosse un demone sceso in terra. Perché la recessione può voler dire stagnazione e per chi ha buona memoria e ricorda la Germania degli anni ’20- ’30 inorridisce al solo pensare ad una tale situazione. Bambini che giocavano con le banconote che ormai avevano il valore della carta in seguito all’aumento galoppante dell’inflazione e contemporaneamente si assisteva ad una stagnazione economica. Per noi il rallentamento dell’economia è ormai un dato certo dal momento che l’hanno preannunciato anche i banchieri centrali e c’è da aspettarsi anche un inasprimento dell’inflazione. In America infatti la FED continua a tagliare i tassi per incentivare l’economia. D’altra parte dobbiamo anche ricordare la corsa di cui le materie prime si stanno rendendo partecipi: l’oro, l’argento, il platino e il rame sono ai massimi e il loro trend ascensionale non sembra arrestarsi. Tale situazione testimonia una forte preoccupazione da parte degli investitori dal momento che tali beni sono da sempre considerati beni rifugio, beni su cui investire per evitare le conseguenze di una flessione delle borse. Chissà come ne usciremo da questa situazione in cui è andato in crisi il comparto delle banche, ossia coloro che devono finanziare le imprese.

E proprio oggi che le imprese hanno bisogno di sostegno finanziario le banche sono a loro volta in crisi. La situazione è davvero difficile. Confidiamo nella capacità dei Governi di saper affrontare il problema per evitare una caduta che se dopo la prima guerra mondiale ha coinvolto solo la Germania questa volta avrà proporzioni molto più ampie.


Marco Salerno
Collaboratore Esterno de "Il Pensiero Giovane"