Pochi giorni fa, prima dell'inagurazione dell'anno accademico della Sapienza, un gruppo di studenti ha occupato l'università, cosicchè il Papa, come riportato dal Corriere della Sera, ha dovuto rifiutare l'invito del Rettore, poichè preoccupato dell'incolumità dei ragazzi in vista di una degenerazione della protesta. Come ogni nostro ragionamento, partiamo dai fatti: il Rettore della Sapienza ha invitato il Papa per un intervento di chiusura della giornata dell'anno accademico; saputo ciò, alcuni professori (67 su un corpo docenti che si esprime in migliaia) hanno espresso il loro dissenso in una lettera destinata al Rettore: loro stessa dichiarazione successiva, indica la volontà di esprimere un disappunto per una visita, a loro dire, inopportuna, ma ovviamente nessuna volontà di "censurare" il pontefice. Il passo successivo è stato l'organizzazione della settimana anticlericale da parte dei comitati studenteschi, che, diversamente da come sostenuto da alcuni politici, è stata un'azione completamente indipendente dalla lettera dei 67 professori, animata da uno spirito probabilmente più ragionato. Ultimo punto: come detto all'inizio, il Papa, temendo per l'incolumità dei partecipanti, ha dovuto rivedere la sua presenza all'inagurazione. Consideriamo ora la posizione degli studenti. E' forse democrazia la loro espressione di libertà? Offendere millenni di storia e milioni di fedeli nel mondo? Probabilmente, se avessero protestato contro gli omosessuali, sarebbero stati tacciati di razzismo: come mai se si offende così pubblicamente e violentemente una fede, si è considerati dei giusti rivoluzionari? Non hanno anche i cattolici il diritto ad un posto nel mondo? Non è forse razzismo condannare qualcuno per la fede religiosa?
Ora, un' altra questione che credo fondamentale: il Papà è inopportuno in un luogo dove c'è Scienza?
Qui, come capita quando si tocca un'istituzione complessa come la Chiesa, si apre un discorso lungo ed articolato. Personalmente faccio parte di quella scuola di pensiero che guarda la Scienza e la Fede come ali che, solo insieme, aiutano l'uomo a volare verso qualcosa di migliore, e non come materie che si oppongono, in uno sterile dibattito senza fine. Sinceramente non riesco a capire chi rispolvera il caso Galileo (ormai palesemente risolto a favore della Chiesa), e chi considera questa istituzione senza tener conto del fattore umano e del contesto storico.
Tornando in argomento, il Papa non è una figura semplice, ma va considerato sotto diversi aspetti: l'istituzione religiosa che rappresenta per i fedeli cattolici nel mondo; l'istituzione giuridica, come Capo di Stato di Città del Vaticano; infine da considerare come persona, che come tale, porta con sè un bagaglio culturale. Nel nostro caso, Benedetto XVI è il più grande teologo vivente, e per chi non lo sapesse, la teologia è una materia accademica, come la filosofia, la letteratura, e così via. Può una figura tanto variegata essere inopportuno in un contesto come quello della Sapienza?
Torniamo nuovamente ai fatti: i nostri sessantottini, dopo aver ottenuto l'annullamento della visita papale, nonostante questo, hanno imperterriti continuato a protestare: la riforma universitaria, la gestione di Roma, i salari, il lavoro precario, contro i vari Mussi e Veltroni. Questo mi fa pensare...non è forse questo il modello comportamentale di una organizzazione che, priva di contenuti concreti ed ideali astratti, cerca solo visibilità mediatica (forse per distogliere l'attenzione da qualcos'altro, magari guidati da qual mente superiore) appropriandosi di un falso monopolio di valori come la giustizia, la pace, la libertà d'espressione?
Ai posteri l'ardua sentenza
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Link al discorso di Benedetto XVIin particolare:
"Certo, la "Sapienza" era un tempo l’università del Papa, ma oggi è un’università laica con quell’autonomia che, in base al suo stesso concetto fondativo, ha fatto sempre parte della natura di università, la quale deve essere legata esclusivamente all’autorità della verità. Nella sua libertà da autorità politiche ed ecclesiastiche l’università trova la sua funzione particolare, proprio anche per la società moderna, che ha bisogno di un’istituzione del genere."
17 2:
mh.. pienamente daccordo con la prima parte dell'articolo, da brava atea non sono una fan sfegatata della chiesa come istituzione e del papa per il ruolo che ha in essa.. ma credo che mediante il confronto, anche e forse soprattutto con ciò che non condividiamo, si può soltanto crescere, se affrontato con maturità offre l'occasione di aprire la mente ad altre prospettive e nel peggiore dei casi ne usciamo solo maggiormente fermi nelle nostre convinzioni.. sbarrare la strada a priori a ogni tipo di comunicazione mi sembra soltanto una cosa infantile e irrazionale... quanto al finale, beh un tantino "diabolico" a primo impatto ma effettivamente possibile nella società in cui viviamo... cmq bravi ragazzi, vi auguro di portare avanti qst progetto... tina
ti ringrazio del commento, torna a visitarci!
Abbiamo spostato il commento, poichè si trovava sotto un articolo che non lo riguardava.
La redazione
vincenzo ha detto
"Gentile redazione di “il pensiero giovane” ho letto con attenzione il vostro articolo riguardante le ultime news sul Papa e rispetto pienamente la vostra posizione pro-Papa pur non condividendone gli sviluppi. Premesso che NON sono ateo, sono credente ma non praticante e mi presto volentieri ad assistere alle prediche sacerdotali, non capisco come si possa essere così sensibili verso una libera manifestazione di dissenso verso una lezione teologica imposta e concordata dal rettore con il Papa all’insaputa dei docenti e degli studenti, pur sapendo o prevedendo quali sarebbero potute essere le reazioni.
Quelli che voi canzonate come sessantottini sono semplicemente stufi di questa onnipresenza “spirituale” del Papa e a ruota di tutti i suoi adepti in ogni ambito delle istituzioni. Loro insieme a me si sono stufati di queste ingerenze; non fanno altro che strumentalizzare la politica per imporre la loro dittatura morale sempre. Voi credete che il Papa sia utilizzato dalla politica come scudo e poi mi parlate di caduta di stile invitandomi ad un maggiore senso critico…sarà ma io vedo il mondo al contrario. Ad ogni modo avremo modo di scambiarci “pensieri liberi” tutte le volte che vorremo….ciao. P.S. Ottima iniziativa quella di creare una redazione sul web…bravi.
Bah allora credo che se 67 professori su 2000 espongono la loro idea, e 100 studenti su migliaia protestano contro il papa, penso che sia libertà di espressione, invece è stato un errore rifiutare l'invito, uno perchè non credo che la protesta sarebbe sfociata in guerriglia, quindi lasciamo stare, due perchè magari il papa poteva mediare la situazione parlando ai studenti, e facendo capire loro che lui non è contro la scienza, magari questo gesto sarebbe stato piu apprezzato, o forse il nostro papa aveva paura di qualche fischio? Forse è abituato solo a farsi baciare le mani e a parlare con persone che lo acclamano?
Come già specificato, anche nell'articolo, il Papa ha dichiarato ( e il corriere della sera ha pubblicato) che ha dovuto rimandare la sua visita temendo per l'incolumità dei ragazzi. per quanto riguarda la "paura" del Papa, di andare in luoghi dove non è ben accetto, non ci metterei la mano sul fuoco, ricordando la visita in Turchia, dove lo stesso governo turco chiese di rimandare la visita poichè la loro intelligence aveva sospetti sull'organizzazione di un possibile attentato. Eppure la visita ci è stata....paura dei contestatori? mah, non la penso così.
Nessuno contestualizza MAI l'accaduto
Il Papa è una figura politica ma soprattutto religiosa
Il fatto di non aver voluto il Papa alla Sapienza nell'inaugurazione dell'anno accademico non è una chiusura o una rinuncia alla comunicazione
E' bensì un atto contro la scelta di invitarlo in quel determinato contesto
Ciò che volevano dire i ragazzi [o almeno molti di loro] non era "noi non vogliamo neanche sentirlo parlare, il Papa" bensì "in questo contesto, ovvero l'inaugurazione dell'anno accademico, noi rifiutiamo la presenza del Papa in quanto fuoriluogo rispetto alla occasione"
Perchè nessuno lo capisce?
Forse per il modo in cui si è espressa la protesta?
Dichiarare una settimana ANTICLERICALE, non penso che si limiti ad esprimere un dissenso per la sola giornata dell'inagurazione.
Benedetto XVI per i cattolici è il vicario di Cristo. Ricordate sicuramente il rifiuto di ricevere Tenzin Gyatso il XIV Dalai Lama. Che bell'esempio.
Cristo in terra (sempre secondo i cattolici, io sono Cristiano Evangelico e provo ribrezzo solo a scriverlo), che contempla nel suo catechismo la pena di morte.
per Domenico: saresti così gentile da indicarmi il punto nel catechismo ?
Art.2267. Sto parlando ovviamente della stesura definitiva del Catechismo della Chiesa Cattolica del 15 agosto 1997 e non di un documento di centinaia d'anni fa.
Questo è il link del sito vativan.va:
http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p3s2c2a5_it.htm#I.%20Il%20rispetto%20della%20vita%20umana
scusami, veramente non riesco a capire: mi citi la frase esatta?
Art.2267.L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani.
bè, ma l'articolo citato è sotto il paragrafo: legittima difesa. la tutela della propria vita contro un aggressione non è un peccato. (dal punto di vista teologico)
La pena di morte è una bestialità e non tutela della propria vita. E' ancor più grave che sia il vicario di Cristo ad "omologare" queste oscenità. Nell'articolo citato non si parla di legittima difesa ma "di pieno accertamento di identità e della responsabilità del colpevole", quindi si parla di processo e di pena. E' molto chiaro come paragrafo.
Se vai su, puoi leggere un'altra oscenità: la pena vista come espiazione e non come reinserimento.
Dove sta in tutto questo l'insegnamento di Gesù Cristo?
dall'articolo 2263 all'articolo 2267, si parla della legittima difesa, come puoi vedere dal link che tu mi hai mandato.
per il punto due, la tradizione della Chiesa Cattolica, unisce i due principi: solo attraverso l'espiazione l'individuo è in grado reinserirsi una una comunità.
Quindi come dici te, per leggittima difesa, supposto il pieno accertamento di identità e della responsabilità del colpevole, è possibile attuare la pena di morte per il bene di tutti.
A me sembra chiaro che nell.art.2263-2264-2265 si parla di legittima difesa. Nell'art.2267 si parla di morte come pena (sanzione punitiva stabilita dalla legge come conseguenza del reato e inflitta dall'autorità giudiziaria mediante processo). La legittima difesa è un'altra cosa non credi?
Espiazione=punizione attraverso penitenze. Grazie a Dio, nonostante le pessime condizioni delle carceri italiane, almeno teoricamente, si persegue il reinserimento e non l'espiazione.
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